«…Ma vedrai che andrà bene
andrà tutto bene
tu devi solo metterti a camminare
raggiungere la cima di montagne nuove
e vedrai che andrà bene andrà tutto bene
tu devi solo smetterla di gridare e raccontare il mondo con parole nuove
supplicando chi viene dal mare
di tracciare di nuovo il confine fra il bene ed il male
se c’è ancora davvero un confine fra il bene ed il male…»
“Parla con Dario…” è quanto Dario Brunori ha inventato per questo tour di presentazione del suo nuovo album “Cip!”
A Torino l’appuntamento è stato al Café Muller di via Sacchi domenica 12 gennaio per l’instore Feltrinelli.
Una scatola che raccoglie le domande e Brunori che le dovrebbe estrarre e leggere.
Poi quasi non accade (solo le prime…) perché predilige il contatto diretto ed empatico con il suo pubblico e quindi, la scatola è forse un pretesto per i timidi, poi tutti o quasi gli faranno le domande in diretta.
Ironico, autoironico, profondo ma con quella leggerezza che Calvino descriveva cosi: “Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore“… La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Paul Valéry ha detto: “Il faut etre léger comme l’oiseau, et non comme la plume”
Dalla sua Calabria, passando per Riace, ad una camminata che ha la capacità di farti vedere mentre la racconta: tra montagna neve e mare. Si attraversa il tema della necessità di recuperare l’incanto portato avanti da un poeta – paesologo che anche chi scrive ama molto: Franco Arminio.
Accettare il mutamento e la bellezza del cambiamento: il distacco dalle cose, la sua accettazione. Dario ha registrato quei momenti in cui gli è accaduto e li ha raccolti nel disco come piccoli frammenti e annotazioni.
Il rapporto con il suo paese d’origine di circa 400 abitanti dove il rapporto con la morte è ancestrale, e allora cantarla e parlarne è necessario, anche perché la maggior confidenza con questo pensiero di fine, ci rende più umani e vicini, accomunati da un comune destino.
«Possiamo strappare i giorni dal muro
sperando che arrivi più in fretta il futuro
possiamo pensare che il meglio è passato
o illuderci che non sia ancora arrivato
possiamo sognare un uomo più forte che vinca il destino
che uccida la morte oppure possiamo accettare il dolore
che la vita è vita soltanto se muore.E tutto sembra essere bellissimo
e sembra non dover finire mai
e tutto sembra essere dolcissimo
e nel tuo cuore speri non finisca mai
e invece il mondo girerà
anche senza di noi»
Ma che meraviglia questa modalità di incontro tra artista e pubblico, come si faceva una volta, un ritorno graditissimo, dove non solo ci incontriamo per una foto o un autografo, ma per parlarci, guardarci negli occhi, fare domande, entrare in contatto e ascoltare. Sempre più necessario nello scorrere di questo tempo presente.
Bella idea Brunori!
Torinesi, tutti pronti il 7 marzo per incontrare e ascoltare live Brunori sas, al Pala Alpitour!
– Articolo e foto di Valeria Fioranti