Lo leggiamo tutte le settimane sulle pagine torinesi de La Stampa nella rubrica ‘Stropicciato come un papavero’, si occupa di Kokedama, giardini verticali, quadri floreali, ha portato i suoi laboratori di Land-Art, condotti insieme ad Elena Patris, fino in Grecia…
Ma chi è David Zonta?
Lo abbiamo incontrato per fargli 5 domande.
1) Come è iniziata la tua avventura con i fiori?
Praticamente nei fiori ci sono nato. La mia famiglia aveva una Floricoltura ed è grazie a loro se oggi faccio questo mestiere. Grazie a loro, infatti, ho avuto modo di incontrare e amare questo mondo che continua ancora dopo tanti anni, a sorprendermi. I fiori rappresentano il seme e il frutto della pianta, sono la naturale, profumata e colorata estensione della corteccia.
Li ho conosciuti così i fiori, osservando le piante e gli alberi mutare durante le stagioni e vederli poi fiorire, anche se penso che ogni stagione è una fioritura, intesa come un mirabolante spettacolo da osservare.
E poi, dopo una lunga gavetta nel giardinaggio e nella coltivazione, è arrivata la voglia di percorrere sentieri ancora inesplorati, come l’arte floreale e così ho iniziato un lungo percorso di formazione, di corsi e concorsi, e tutto il resto. Da allora non ne sono più uscito.
2) Se dovessi presentarti ai lettori di TorinoBlog con 3 fiori, quali sceglieresti?
Faccio sempre molta fatica a descrivermi, non mi piace. Figuriamoci farlo con i fiori, che per me sono un mondo in continua trasformazione! Posso rispondere che mi sento molto vicino ai fiori dimenticati, quelli che nessuno si fila perché forse troppo comuni e fuori moda, fiori semplici, di campo. Fiori che puoi trovare nelle più belle composizioni in assoluto: le aiuole spontanee lungo le statali. Ecco, se dovessi descrivermi con i fiori, lo farei con questi, lascio a voi il piacere di scoprirli.
3) Fiori e piante non solo sul tavolo, ma anche nei nostri piatti… Ci consigli una ricetta?
Per gusto personale vi direi acciughe tutta la vita, quindi dovrei consigliarvi il prezzemolo, pianta fondamento del bagnetto verde, ma lascio volentieri il consiglio a chi se ne intende più di me. Come si dice, ad ognuno il suo mestiere e l’arte in cucina la lascio agli Chef!
4) “Ditelo con i fiori”.. è vero che ogni fiore ha un suo significato?
Ogni fiore ha un volto, un carattere e una personalità. In generale dobbiamo allenarci a osservare, e farlo bene. Non importa quale fiore, l’importante è che nella scelta ci sia un minimo di ricerca. Sembrerà scontato ma è un abitudine in disuso, come quella di ascoltare. Osserviamo il fiore/i che vogliamo regalare e proviamo a vederci qualcosa, un nesso, un collegamento alla persona che lo riceverà, o al messaggio che vogliamo trasmettere. Ecco questo sarebbe già tanto.
5) Pollice verde e pollice nero: dicerie o verità?
Tutte dicerie! Per avere delle piante in casa non serve avere una laurea in botanica, chiunque se lo può permettere, basta averne voglia.
Avere voglia di piante in casa significa volere imparare a conoscerle, capirne la provenienza e le necessità e provare, per quanto sia possibile, a metterle nelle condizioni ottimali per esprimersi al meglio. Significa avere voglia di prendersi un impegno.
Non esistono pollici verdi o neri, tutti possiamo coltivare piante. Poi, basta cliccare in internet per avere tutte le informazioni che ci servono.
In questo percorso può starci anche qualche piccolo fallimento, che è normale e necessario per fare esperienza e comprendere sempre meglio questo meraviglioso e affascinante mondo. Coraggio, non è difficile, basta volerlo.
(Crediti fotografici: Romina Rezza e Paolo Properzi)
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